mercoledì 17 ottobre 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno: un kolossal deliziosamente imperfetto

Anche se ne vorremmo un quarto, la “Bat-esperienza” di Christopher Nolan si chiude qui, col terzo ed ultimo film della trilogia di Batman:  “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno”, a sua volta, preceduto  da “ Il Cavaliere Oscuro” (2008) e da “Batman Begins” (2005).
Nel corso delle tre pellicole, Bruce Wayne e Batman sono cambiati all’unisono: nel primo film,  l’uomo pipistrello prendeva forma attraverso le paure, i traumi e le debolezze  del taciturno e scontroso Bruce Wayne. Indimenticabile il dialogo tra Alfred e Bruce: “Perché proprio i pipistrelli, signor Wayne?” - “Perché mi fanno paura, che li temano anche i miei avversari!”, metafora perfetta del supereroe che usa la sua stessa paura come arma contro i nemici.

Nel secondo film, Batman diventa il “Cavaliere Oscuro”,  eterna controparte del suo costante nemico: il caos, identificato nella figura di "Joker” ; interpretato dal compianto Heath  Ledger e ricordato probabilmente  come il miglior nemico e il miglior Joker della storia dell’uomo pipistrello e del cinema.

Con “Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno” , Bruce Wayne appende al chiodo il costume da supereroe e si rassegna ad una vita solitaria e piena di sensi di colpa.  Decide di rimettersi in sesto e di rivestire i panni di Batman, solo quando si rende conto che Gotham ha bisogno di lui per sconfiggere il temibile terrorista Bane. Ma il suo  primo pallido tentativo di rientrare in azione non basta, ancora nuove prese di coscienza e nuove consapevolezze gli serviranno , per poter risorgere e tornare a combattere “il Caos”.

C’è chi in questa trilogia c’ha letto storie di politica e potere, un po’ come successe con la trilogia de “Il Signore degli Anelli”,  ma poichè, spesse volte, per "sgretolare" una storia di fantasia basta trasformarla in una forzata e patetica metafora di fatti realmente accaduti, ci piace pensare che dietro l’ultimo film di Nolan, non si celi nessuna lotta politica tra fascismo e comunismo, ma più semplicemente uno scontro epico, tra Caos e Ordine; due concetti antichi da sempre alla base degli equilibri intrinseci della natura. Ovviamente, vien da sé che la lettura dell’opera in questione è soggettiva e prerogativa assoluta dell’osservatore.

Registicamente , l’ultima pellicola di Nolan, sazia tutte le aspettative già con i primi 5 minuti: scene aeree mozzafiato e spettacolari cadute nel vuoto mostrano una fotografia da Premio Oscar. L’effetto speciale c’è ma non si vede,  ma soprattutto non disturba, peculiarità di tutti i film di Nolan ( vedi “Inception” , 2010). Non si può dire lo stesso del montaggio:  confusionario , con evidenti sbavature e qualche dimenticanza.

Ma la novità che in molti non si aspettavano ,   è stata quella di far sembrare  l’ultimo capitolo de “Il Cavaliere Oscuro” , più un action movie di grande spessore che un kolossal basato su di un fumetto. La figura di Batman domina il grande schermo solo verso la fine, mentre durante la pellicola, sono le psicologie dei personaggi di contorno a farla da padrone.  Tutto ciò mostra come  il regista, dedicando il giusto spazio ai vari personaggi sulla scena, sia riuscito a far trionfare una specie di  “tutti per uno, uno per tutti” , traducendolo in un più calzato “Gotham per Batman, Batman per Gotham”.

Ulteriore novità è proprio Gotham City, sempre diversa e sempre più moderna, stranamente più diurna che notturna. Con i suoi grattacieli è una metropoli dei giorni nostri,  visibilmente vicinissima alla “Grande Mela”  e lontanissima da quella buia e gothica di Tim Burton.

Poi c’è il cast d’eccellenza,  come spesso accade nelle pellicole di Nolan, nomi di attori di gran calibro scorrono nei titoli di coda, tra cui: Michael Caine, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Gary Oldman , Morgan Freeman. Le punte di diamante sono i due protagonisti: Tom Hardy nei panni di ”Bane” e Christian Bale nei panni di “Batman/Bruce Wayne”, il primo ruba la scena al secondo, lasciando allo spettatore tutto il tempo di schierarsi con le forze del male piuttosto che del bene. Il palestrato Tom Hardy , espressivo nonostante la maschera, è un “Bane” perfetto, anche se totalmente rivisitato rispetto al fumetto. Riesce a riassumere adeguatamente la potenza e la cattiveria del più implacabile dei nemici di Batman.  Christian Bale, nel panni del “protagonista - non protagonista”  non sfigura di certo, ma non regge il confronto con il suo antagonista. Una recitazione troppo monotona e rigida non gli consente la “standing ovation” che meritaLa nota stonata del cast è Catwoman, o meglio  “la gatta ladra”,  più ingenua e meno diabolica di quanto ci si aspettava. Nonostante la tutina attillata le stia a pennello,  fa rimpiangere la Michelle Pfeiffer  di “Batman Returns” (1992) di Burton.

Impeccabili, ancora una volta, le colonne sonore . Hans Zimmer non delude mai  e si riconferma come il compositore ideale di ogni kolossal che si rispetti.

Christopher Nolan  sceglie di chiudere la sua trilogia con il lieto fine , mettendo tutti i tasselli al loro posto e lasciando lo spettatore sulla poltroncina a domandarsi se non fosse stato più d’effetto un finale sospeso e criptico. Ma nonostante le perplessità di contorno,  ciò che conta è che anche il capitolo conclusivo della "Bat-trilogia" sia riuscito a superare l’esame delle inarrestabili aspettative

Nolan, ha diretto e prodotto il suo ennesimo capolavoro egregiamente, nonostante dei  perdonabili squilibri nella trama che , a furia di parlarne, hanno solo contribuito ad impreziosire il prodotto finale.

Ora tutti si domandano se quest'ultimo  kolossal "made in Nolan", riuscirà a rendere giustizia a quello che ormai è il “nuovo Spielberg” e a fargli ricevere “la statuetta” che tanto si merita.

Nel frattempo, le aspettative per il suo prossimo film sono già partite!

(Scritto il 5 - 9 - 2012)

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