mercoledì 13 giugno 2012

The Avengers: un cocktail di supereroi ben riuscito

Il cocltail Marvel è servito e  di certo non vi deluderà.

Loki, fratellastro di Thor, arriva sulla terra tramite un varco spazio/temporale, per impossessarsi del Tesseract , un cubo asgardiano di inestimabile potenza e chiave di collegamento tra i vari mondi.  Il perfido Dio dell’inganno, impadronitosi del  cubo cosmico svela ben presto le sue pericolose intenzioni:  dichiarare guerra alla terra con un esercito di strane creature chiamate Chitauri per ridurre l’umanità in schiavitù. Nick Fury, comandante dell’organizzazione  militare e spionistica internazionale, chiamata S.H.I.E.L.D, si mette sulle tracce di Loki e si appresta a preparare una squadra di uomini straordinari, nonché supereroi, composta  da Capitan America, Iron Man, Thor, Occhio di Falco, Vedova Nera e l’Incredibile Hulk. La super squadra  di eroi così assemblata, nonostante le diversità dei soggetti che la compongono, sembra essere l’unica soluzione per evitare il disastro e proteggere, o meglio ancora, vendicare, il pianeta terra.

Joss Whedon, dopo numerose sceneggiature (Buffy - l’ammazza vampiri, Alien - la clonazione, Toy Story) e un paio di regie : “Serenity” nel  2005 e il cameo alla fine di “Thor” (2011) di Kenneth Branagh, esordisce con quella che potremmo definire la sua prima vera regia con “The Avengers”.

Il regista recluta  tutti i più famosi supereroi di casa Marvel,  fermi al punto in cui li avevamo lasciati nei singoli film e li intreccia in 140 esilaranti minuti di pellicola, dando egregiamente il giusto spazio a luci e ombre di ognuno di loro. E’ proprio questo infatti il punto di forza di “The Avengers”, prima che “ l’uno per tutti, tutti per uno”  trionfi, ogni supereroe spinge avanti la propria individualità (con e senza costume/armatura), il proprio ideale, trascinandosi dietro la dolce condanna dell’ essere uomo straordinario, scontrandosi inevitabilmente con l’ego dell’altro.

I profili dei vari supereroi sono ben caratterizzati: il Supersoldato Capitan America (Christ Evans) è il cuore pulsante del gruppo, sempre (e più degli altri) , pronto  a difendere il debole, prima ancora di attaccare il cattivo, Thor (Chris Hemsworth), vince il premio “fumetto-fedeltà”, rappresentato  come il Dio del perdono piuttosto che del tuono, misericordioso e ingenuo nei confronti del fratellastro Loki , sempre pronto ad approfittarsene. Punto focale di “The Avengers” è il  brillante Iron Man, che nonostante si allontani dall’immagine lasciva che si evince dallo storico fumetto, riesce a condire di humor  un’ intera pellicola.

Un Robert Downey  Jr. in gran forma, nei panni del solito Tony Stark  pieno di se e con la battuta pronta,  con una verve pericolosamente simile a quella del “suo Sherlock Holmes”; colpa delle battutacce spigolose, come quella in cui chiama “Legolas”  il collega Occhio di Falco, armato di arco e frecce. Per finire, l’Incredibile Hulk , di nome e di fatto,  un Hulk sorprendente sia da umano che da mostro verde, interpretato da  un accigliato Mark Ruffalo che per interpretazione e fisicità riesce a prosciugare la delusione dei numerosi fan che aspettavano il nome di Edward Norton nel cast.

Anche i combattimenti sono ben studiati, la telecamera segue le sequenze di lotta di ogni eroe ad una dinamicità tale da rendere gli scontri divertenti e per nulla noiosi, seppur con quel tocco di “kitsch” che spesso contraddistingue il “cinecomix”. La chicca del film, che merita particolare attenzione, è la connessione che si evince tra i vari supereroi: Capitan American è legato ad Hulk dal siero, sperimentato da entrambi ma con effetti collaterali ben diversi e ad Iron Man dallo scudo, che il film a differenza del fumetto, vuole forgiato dal padre di Tony Stark, e che, a sua volta , è l’unico scudo capace di contrastare il potente martello di Thor. Un filo conduttore impeccabile, una squisitezza, che i più appassionati del genere apprezzeranno sicuramente.

L’ennesimo prodotto Marvel, distribuito dalla Walt Disney Pictures, ha sfornato un “cocktail”  migliore dei suoi singoli “ingredienti” visti in questi anni sul grande schermo, conquistandosi apprezzamenti sia dal pubblico che dalla critica.  Le scene finali già preannunciano il sequel e a noi non resta che domandarci quando torneranno a farci visita i “Vendicatori”, una volta appurato che, cinematograficamente parlando e non,  più che una minaccia sono una grande risorsa.

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