Il docufilm “Passione” dell’ italoamericano John Turturro non smette di far sognare, cantare e ballare Napoli e non solo, dopo il successo come film fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia e dopo i meritati premi ricevuti (Capri Hollywood Festival, Festival del cinema di Salerno e premio Città di Loano) torna a riaccendere la “Passionemania” grazie ad un tour di concerti, che dal mese di luglio stanno animando palcoscenici non solo italiani ma anche esteri. La magia della musica partenopea di “Passione-Tour” arriverà a colorare il suggestivo scenario dell’Arena Flegrea di Napoli il 15 settembre alle ore 21.30. Il direttore artistico dell’evento, Federico Vacalebre, che ha già curato sceneggiatura, soggetto e musiche del docufilm “Passione”, promette una serata che accompagnerà lo spettatore in un viaggio storico-musicale nel tempo, tra presente e passato, toccando usi, costumi, paesaggi e vicoli della Napoli antica e contemporanea.
“Passione”, prima di essere un imperdibile spettacolo teatrale e un imperdibile film/documentario, che proprio in un momento in cui “la città di Pulcinella” è in ginocchio, riempie d’orgoglio sia chi vive giorno dopo giorno i suoi angeli e i suoi demoni, sia, chi consapevolmente o meno la tratta come “una carta sporca” di cui “nessuno se ne importa”. Un documentario che per una volta si allontana dai soliti tristi stereotipi da telegiornale e prova a raccontare una Napoli, con un passato e un presente travagliato ma che comunque respira e vive, grazie alla sua passionalità e alla sua tradizione immortale. Una città raccontata tramite la storia, l’arte, i volti della gente che si snodato tra i vicoli del centro storico e le canzoni; canzoni che, come cita lo stesso John Turturro: “vengono raccontate come fossero uccelli, che volano in alto sulle case e sui quartieri”. Voci del passato come quella di Mina si mischiano con voci moderne come quella di Raiz & Almamegretta, voci partenopee come quelle di Peppe Barra e Pino Daniele si sfumano con voci orientali come quella di M’Barka Ben Taleb, creando un incantevole cocktails di rivoluzione e tradizione, sintomo di una città che non si arrende, ma anzi, che sorprende, perché è giusto che si sappia che “Napule è mille culure” prima di “mille paure” .
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