mercoledì 14 settembre 2011

“Contagion” : peccato restarne immuni


Tutto inizia poco dopo l’inspiegabile contagio. Beth Emhoff (Gwynett Paltrow) in viaggio d’affari ad Hong Kong visita un casinò, telefona al suo amante e poi torna a casa dal marito (Matt Damon) e dal figlioletto. Ben presto quelli che sembreranno sintomi influenzali e del iet-lag si riveleranno sintomi di un nuovo, contagioso e letale virus che minaccia il mondo intero.  Il Dottor Ellis Cheever  (Laurence Fishburne) e la dottoressa  Erin Mears  (Kate Wislet ) indagano sui sintomi e sulla provenienza del potente virus mutato che miete vittime a livello esponenziale in tutto il pianeta. Nel frattempo, il panico esplode nelle città, fenomeni di vandalismo e protesta prendono il sopravvento, a partire dal web, in cui, un blogger di nome Alan Krumwiede (Jude Law), nel ricercare la verità sull’accaduto, denuncerà un complotto governativo.

Direttamente dal festival di Venezia (come film fuori concorso), arriva a contagiare tutte le sale cinematografiche “Contagion”, il nuovo film del premio oscar Steven Soderbergh (Traffic).  Un film diverso per un regista poliedrico che passa da un anno all’altro da film impegnati alla “Erin Brockovich” e “Solaris” a film più da intrattenimento come ”Ocean’s Eleven” e ”Ocean’s twelve” .  Soderbergh questa volta si cimenta nel “disaster-movie”, definizione calzata più per la trama che per il resto.  “Contagion”,  infatti, si presenta quasi come un documentario, il regista dirige un’orchestra di personaggi con ruoli ben definiti e ben interpretati che raramente durante il film s’intrecciano tra di loro. Il panico è statico, l’ansia cresce ma senza toccare mai un picco, ed è la curiosità di sapere come va a finire che traina tutto il film. La “calamità biologica” che si abbatte sul mondo viene affrontata da diversi punti di vista, quello familiare, quello governativo  e quello scientifico, quest’ultimo dosato in maniera tale da non risultare incomprensibile allo spettatore scientificamente impreparato.  Il tutto  è accompagnato da una buona colonna sonora, fatta di sola musica,  che incalza nei momenti topici, accompagnando tutto il film come una marcia. Una trama sicuramente non nuova ma che si allontana dai fin troppo ”commerciali” film “Emmerich-iani” (“Independence days” e “The day after Tomorrow”) che  portano tutto su un piano catastroficamente improbabile. In “Contagion”, invece, è la biologia che ci tradisce mettendo a dura prova l’umanità, una realtà che l’uomo, nella storia, ha già affrontato diverse volte,  a partire dalla Peste fino alle più attuali Aviaria e Suina, sintomo di una biologia imprevedibile che s’intrufola e si modifica  da una specie all’altra, creando conseguenze speriamo meno “Soderberghiane” possibili.

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