Se stasera non avete niente di particolare in programma e
tra i programmi tv non c’è nulla che
attiri la vostra attenzione, il consiglio è quello di andare al cinema per
vedere Necropolis, la città dei morti.
Raccontato attraverso l’uso di videocamere amatoriali stile
ormai diffuso e consolidato nel genere horror, il film racconta le vicende di
una sorta di archeologa (quasi una Lara Croft di Tomb Raider) che, insieme alla
sua squadra di amici e conoscenti, è disposta a tutto pur di ritrovare la
Pietra Filosofale dimenticando però che il suo stesso padre ha sacrificato
l’intera vita alla ricerca di questo reperto.
Il problema è che il percorso li
porta negli angusti sotterranei della città di Parigi dove si snodano enormi
catacombe, dimora di spiriti malvagi che incarnano le loro paure più nascoste.
Il film infatti diventa una sorta di viaggio interiore per ogni esploratore dell’antico
cimitero ormai sotterrato e dimenticato. Ognuno di loro dovrà affrontare il
proprio demone, pena la morte in quel luogo infernale.
L’ambientazione, appunto le catacombe, sono un ottima base
su cui scritturare un film di questo genere: gli spazi bui, privi di ogni tipo
di luce naturale, stretti, angusti e claustrofobici quasi anche per chi non ne
soffre, conferiscono bene all’intera pellicola quel tocco di terrore in più
utile per farlo spiccare tra la concorrenza.
Il finale è abbastanza insolito per il genere found footage
che lascia lo spettatore un po’ perplesso ma comunque convinto di aver visto un
buon film.
Scritto da: Marc
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